Ogni ciotola era un’incognita: le allergie alimentari nei nostri amici a quattro zampe

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Ogni ciotola era un’incognita: le allergie alimentari nei nostri amici a quattro zampe

Quando la signora Marta è arrivata in ambulatorio con il suo gatto Matisse, era disperata: “Ha iniziato a grattarsi in continuazione, si morde le zampe, e ha perso il pelo sul muso. Ho cambiato tre tipi di crocchette, ma peggiora sempre.”

Situazioni come questa sono più comuni di quanto si pensi. Le allergie alimentari nei cani e nei gatti sono spesso sottovalutate, confuse con intolleranze o con problemi dermatologici generici, e finiscono per compromettere il benessere quotidiano dell’animale (e del proprietario).

Cos’è un’allergia alimentare?

L’allergia alimentare è una reazione immediata o progressiva del sistema immunitario a una o più sostanze presenti nel cibo, solitamente proteine (manzo, pollo, latticini, pesce, ecc.). Si può manifestare a qualsiasi età, anche dopo anni di consumo dello stesso alimento.

Diverso è il caso dell’intolleranza alimentare, che non coinvolge il sistema immunitario ma può causare sintomi simili, come vomito, diarrea o gonfiore addominale.

Sintomi: quando sospettare un’allergia

I segnali non sempre sono chiari all’inizio. Alcuni dei più comuni includono:

  • Prurito persistente (soprattutto a zampe, orecchie, muso e addome)
  • Infezioni ricorrenti alle orecchie
  • Pelle arrossata, squamosa o con croste
  • Vomito o diarrea frequente
  • Gonfiore, flatulenza
  • Leccamento o mordicchiamento delle zampe
  • Perdita di pelo

Nel caso di Matisse, i sintomi erano cutanei e comportamentali: nervosismo, grattamenti continui, perdita di pelo e odore sgradevole. Dopo una visita accurata, abbiamo deciso di iniziare una dieta ad esclusione, ovvero un’alimentazione con proteine “nuove” (che il corpo non ha mai incontrato prima) e ingredienti limitati.

Dopo circa 4 settimane, il cambiamento è stato evidente. “È come se fosse tornato il gatto di prima”, ci ha raccontato Marta commossa.

Un altro caso: Leo e il pollo “innocente”

Leo è un golden retriever di 3 anni. Fin da cucciolo ha sempre mangiato le stesse crocchette al pollo. Un giorno ha iniziato a vomitare di frequente e ad avere forfora e prurito. I proprietari pensavano a un parassita o a un’intossicazione.

Abbiamo escluso le cause più comuni e avviato anche in questo caso un piano alimentare specifico. Risultato? Il pollo era il colpevole. Una volta escluso, Leo è tornato a stare bene.

“Non ci saremmo mai aspettati che proprio quello che aveva sempre mangiato potesse essere il problema” – ci hanno detto.

Come si diagnosticano le allergie alimentari?

Non esistono test rapidi e affidabili per diagnosticare le allergie alimentari nei cani e nei gatti. L’unico metodo davvero efficace è la dieta ad esclusione, seguita da una “dieta provocazione” (reintroduzione graduale degli alimenti sospetti per vedere se i sintomi ricompaiono).

È un processo che richiede pazienza, costanza e supervisione veterinaria, ma è l’unico modo per arrivare a una diagnosi certa.

Cosa può fare il proprietario?

  • Non cambiare continuamente cibo senza guida veterinaria: peggiora la situazione.
  • Leggere sempre le etichette: molti cibi “light” o “sensitive” nascondono gli stessi allergeni comuni.
  • Seguire attentamente la dieta prescritta: anche piccoli premi fuori pasto possono compromettere tutto.
  • Monitorare i sintomi: tieni un diario per annotare reazioni e miglioramenti.

Conclusione: fidati del tuo istinto e chiedi aiuto

Se noti cambiamenti nel comportamento alimentare, prurito continuo o disturbi intestinali ricorrenti, non aspettare che la situazione si aggravi. Le allergie alimentari possono essere gestite con successo, ma serve una guida professionale.

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Ogni animale ha diritto a mangiare in pace… e a stare bene.

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